Gli italiani potranno scegliere i loro parlamentari direttamente? Parrebbe di si, vista la bozza d’intesa raggiunta fra i leader dei partiti che stanno sostenendo il governo Monti.
Angelino Alfano, Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini, hanno raggiunto un accordo sulle riforme della Costituzione e della legge elettorale, che prevede non più l’obbligo di coalizione, il taglio del numero dei parlamentari, l’indicazione del candidato premier, una soglia di sbarramento e il diritto di tribuna.
Si dovrebbe, dunque, tornare a votare con la preferenza, per eleggere cinquecento deputati e duecentocinquanta senatori con uno sbarramento che potrebbe collocarsi tra il 4% e il 5%: nella maggioranza dei casi in cui lo sbarramento è alto, viene previsto il cosiddetto “diritto di tribuna” per le forze politiche che non raggiungono il quorum per entrare in Parlamento e un premio di governabilità in seggi: alla prima forza politica, o forse anche al secondo partito di maggioranza relativa, verranno assegnati un tot di seggi in più.
In merito alla riforma costituzionale, ci sarebbe l’accordo anche sulla revisione dell’età per l’elettorato attivo e passivo, rafforzamento dell’esecutivo e dei poteri del premier in Parlamento, l’avvio del superamento del bicameralismo perfetto”.
Le riforme costituzionali e quella della legge elettorale partiranno in parallelo entro 15 giorni, come hanno annunciato Casini, Bocchino e Adornato. Le riforme costituzionali saranno incardinate al Senato con un emendamento ai testi già in discussione. Per quella elettorale ci sarà un disegno di legge: per la definizione della proposta elettorale sono previste nuove riunioni.